Allearsi col Vento

 

“ALLEARSI COL VENTO”
(Paoline Editoriale Libri, Collana “Libroteca”, Milano 2001, pagine 305 lire 32.000, euro 16,53)
Facile da reperire nelle librerie Paoline e San Paolo, più difficile nelle altre.
Ideatrice e disegnatrice della copertina Antonella Scolari

IL ROMANZO IN SINTESI:
Attraverso sette storie d’amore che si intrecciano l’una con l’altra, il lettore incontra le tre grandi religioni monoteiste e tre diverse culture, il cui avvicinamento viene considerato il presupposto della futura convivenza umana.


ALLEARSI COL VENTO
presentazione di Donatello Bellomo
caposervizo spettacoli e scrittore


Sembra scritto apposta per questi nostri giorni il romanzo di Gaetano Bellorio “Allearsi col vento”, perché si lega alla cronaca odierna del conflitto israelo-palestinese e, contemporaneamente, incontra, nella narrazione, sia il mondo ebraico che il mondo islamico. Così non è, però, perché l’autore ci ha confermato di averlo ultimato nel 1997, e, dunque, ben prima che quel conflitto venisse alla ribalta, ben prima che questo gran parlare dell’Islam di casa nostra fosse un tema oggetto di serrati e frequenti dibattiti televisivi e non. Segno di una “preveggenza” narrativa che ci stupisce fino ad un certo punto, poiché Bellorio, anche coi precedenti romanzi (“Il Silenzio dei profeti”, 1995; e il racconto per ragazzi “Cuore di topo”, 1999, tradotto in lingua spagnola) ci ha abituati a leggere e riflettere sui “segni dei tempi”, o, comunque, sui temi sociali di vasta portata nei quali cala trama e personaggi. 
Se dovessimo elencare anche solo gli argomenti di fondo del romanzo (le donne nell’Islam, il rapporto natura-cultura, educazione-diseducazione, i conflitti generazionali, la convivenza possibile tra diverse culture, i rapporti fra le tre religioni monoteiste, la riscoperta e la valorizzazione delle aspirazioni individuali contro l’appiattimento…) esauriremmo questa presentazione in un’elencazione, appunto, tanto è ricco di spunti il racconto: una “miniera” che trattiene nelle sue viscere un intero secolo, il ‘900, lo guarda, lo interpreta letterariamente con distacco, lo supera. 
Questo il clima, la temperie, nella quale Bellorio immette i lettori, che, sin dalla prima riga, viaggiano con lui dal Sahara all’Egitto, dall’Europa degli ebrei askenaziti ad una località tanto minuscola quanto suscitatrice di meraviglia, a picco sul lago Benaco (Pianoro). Da qui si diramano le storie dell’ebreo perseguitato Omero Hakka e di sua moglie Maria Orengo (donna di impressionante statura intellettuale e umana), del figlio Josef e di Shukri Lillà (una splendida algerina incontrata casualmente a Sidi Bou Said), di Faisal e Thiti (l’egiziana che sfida la poligamia e la circoncisione femminile), dell’avvedutissimo mercante franco-tunisino Raoul Chabod nato da violenza carnale e d’una simpatia incontenibile. Accanto ad essi si muove una schiera di personaggi “minori”, resi vivi e reali attraverso una ricchissima varietà di sfumature, senza però che l’invadenza di una penna tiranna nulla lasci alla fantasia del lettore e alla sua libertà immaginativa.
Sono temi “forti” quelli affrontati dall’autore che richiedono il riappropriarci di tempi e modi di lettura sempre meno consueti nel nostro quotidiano, sospinti come siamo dalla fretta di correre, di passare ad altro. Un libro contro, contro la frenesia che ci brucia il tempo e la vita senza che ce ne accorgiamo: “votare al lavoro tutte le ore di luce concesse è un peccato contro natura, compiuto ogni giorno e senza vergogna, da tutti” (pag. 256). “Allearsi col vento” ci invita a fermarci a riprendere il filo dei nostri pensieri a trovare delle risposte sui perché della nostra vita, sul significato terreno e spirituale del nostro essere nel mondo. Ed è ancora la capacità di “resuscitare” i morti che rende più originale il romanzo di Bellorio. Sì, il racconto racchiude un certo arco temporale, più o meno dal 1920 ai giorni nostri, eppure l’autore riesce a svincolarsi dal tempo naturalmente. Perciò non fa una grinza il fatto che nelle trame entri quel grande educatore seicentesco che è stato Giovanni Amos Comenio; o Daniele Comboni (“quegli occhi matti e generosi che baluginavano come fiamme di candela, le procurarono un tremito intenso” pag. 208); o il fondatore della Cattolica Agostino Gemelli, che raccoglie Maria Orengo nel duomo di Milano, dopo uno svenimento, e lascia un segno indelebile nella sua vita; la storia di Shabbetai Zevì, che nel 1648, a Smirne, ventiduenne, si autoproclama Messia. Il romanzo affronta la storia, e, affrontandola la “riunisce” e la affastella come un continuum, un tutt’uno, che influisce sul presente. E, si badi bene, qui non ci si limita alla storia europea, ma tutta la storia, da Nord a Sud, da Oriente ad Occidente, ha un ruolo, una sua dignità, un motivo per incastonarsi nel narrato. Ed è in questo, infine, la novità e il messaggio, così crediamo, di “Allearsi col vento”. Un nuovo modo del raccontare ritmato sugli eventi che, se sulle prime può sorprendere anche un lettore avveduto, nel prosieguo prende per mano e ti dice: guarda che i mondi sono invece “un” mondo, che lo “statuto” profondo degli uomini e delle donne è uno solo, che siamo accomunati in un unico destino, anche se le diversità etniche, culturali, di costume, di tradizioni, paiono distanziarci incommensurabilmente. La felicità e la sofferenza sono uguali dappertutto, e c’è, esiste, una felicità possibile, che non è utopia.
In libreria da pochi giorni, il romanzo è entrato anche nel corredo dei percorsi formativi delle università e delle scuole superiori, così come quel singolare racconto (Cuore di topo) è entrato tra le letture privilegiate delle scuole elementari, che ne hanno tratto un’opera teatrale che sarà rappresentata dai bambini il sette giugno prossimo, e, poi, esportata in varie città italiane.